Gruppo Costumi Storici Cembrani – Coro La Valle

Il “Coro La Valle” è nato con lo scopo di promuovere canto popolare e cultura locale. Il repertorio di circa 100 canti popolari trentini, nazionali ed internazionali, si affianca al recupero di canti locali risalenti al periodo tra il XVI e XIX secolo, fra questi i dodici antichi canti della “Stella” di Sover, riproposti ogni anno la vigilia dell’Epifania a Sover e dintorni, incisi e conservati presso l’Archivio Provinciale della Tradizione Orale Trentina. Oltre alle rassegne organizzate a Sover, il coro ha eseguito in questi sedici anni circa 500 concerti in Trentino e fuori provincia, e nella sua giovane storia ha effettuato molte trasferte europee: nel 2005 in Svizzera a Dongio nella Valle di Blenio, nel 2006 in Germania ad Untergriesbach, in Austria ad Innsbruck nel 2009 e ad Hall in Tirol nel 2015, nel 2011 in Belgio,a Bruxelles Charleroy e La Louvière, e in Francia, nel 2012 e nel 2017 in Polonia, nelle regioni della Slesia e della Galizia, nel 2014 e nel 2018 in Romania, nella regione della Transilvania. Indimenticabile nel 2008 la trasferta intercontinentale in Brasile, nello stato di Santa Catarina, con il progetto riguardante l’emigrazione “Dal Trentino all’Oltreoceano”. Da ricordare il viaggio nel dicembre 2018 a Roma, con l’esbizione del Coro in San Paolo Fuori le Mura e in San Pietro e la partecipazione all’udienza con il Santo Padre. Cinque i libri èditi, sulla storia, la parlata e la coralità locale. Diverse le proposte culturali attuate dal coro, sulla storia locale e sull’emigrazione, da “E sonaron campane a martello. 1796” nel 2006 con rievocazioni e concerti, a “Hieronimo de Val Chiana: dalla Toscana al Trentino 1582-1608”, fino a “Dalla storia alla fiaba” progetto del 2010 sulle leggende locali con la pubblicazione di un libro di racconti, “Una storia nella roccia” del 2011, sulle vicende minerarie dell’alta Valle di Cembra in Regione ed in Europa, con viaggi della memoria nelle miniere del Belgio ed a Ridanna/Monteneve (Snéapèrg) dove lavorarono decine di soverini, “Sentimenti al fronte” nel 2012, ricordando le migliaia di soldati trentini in divisa austro ungarica caduti in Galizia tra il 1914 e il 1918, e “1914: Binari, Lagorai Carpazi, andata e ritornI”, legato al Centenario della Grande Guerra, o ancora “Slambrotànti” nel 2015, recuperando le vicende delle famiglie tedesche giunte nella vallata avisiana nel medioevo. Nel 2016 col progetto “16Sedese” il La Valle ha ricordato i 200 anni dall’ “an da la fam” 1816 e nel 2017 con “Flammis” la storia di incendi e antincendio nel Trentino. Il 2018 ha visto la commemorazione dei 100 dalla fine della Grande Guerra con il progetto “Limes”, mentre nel 2019 con il progetto “Se dal Latte” si è legata la tematica del canto e della musica e quelle dell’alpeggio e della montagna mentre nel 2020 col progetto “I Tempi del Legno” ha realizzato spettacoli ed edito una interessante pubblicazione. Dal 2006 il coro è anche “Gruppo Costumi Storici Cembrani”, i coristi infatti indossano i costumi festivi della valle di Cembra, il femminile “Ciànt da la grànda” e il maschile “Vestì da la gambaròla”, che, grazie ad una ricerca storica, sono stati confezionati e riproposti secondo i materiali e le fatture originarie del XVIII secolo. I costumi sono conservati ed esposti dal 2009 al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige (Tn) nella sezione “costumi tradizionali del Trentino”. Come Gruppo Folk il coro esegue anche alcune “danze cantate” della tradizione popolare locale. La bandiera del coro è stata dipinta a mano su tessuto dall’artista Federica Tomasini, e riporta la Valle di Cembra e lo stemma della Provincia di Trento. Il “Coro La Valle”, attualmente formato da trenta elementi provenienti da vari paesi e comuni di Cembra, Piné e Fiemme, è diretto sin dalla fondazione da Roberto Bazzanella.

IL COSTUME STORICO CEMBRANO

Il Trentino risulta alquanto “sfuggevole” per quanto riguarda il costume: dopo la lenta e diversificata modellazione dei costumi festivi lungo il corso del XVIII secolo, nell’ottocento molte vallate abbandonarono presto i costumi, ancor prima che essi avessero il tempo di diventare “etnici”, e così già negli anni ’30 dell’ottocento, si riscontrava spesso la moda esterofila, e in luoghi o valli di difficile accesso, e sono quindi pochi i casi in trentino nei quali la ricerca storica riesce a rintracciare il “costume storico”con fondamento storico. La situazione descritta per il Trentino in generale dalla metà del XIX secolo, può essere applicata anche alla valle di Cembra che presenta nella possibile ricostruzione del costume storico delle difficoltà di ordine territoriale, istituzionale e amministrativo. La valle, dal medioevo sino al 1848, si presentava come un insieme di piccoli e frammentati ambiti giuridici e istituzionali. Tale frammentazione, risolta solo in parte con la creazione del Giudizio unitario cembrano nel 1848, si rifletteva, e si riflette ancora oggi, nell’ambito sociale, per cui è difficile riuscire ad individuare usanze o tradizioni simili per tutto l’ambito della vallata, anche se è presente una “mentalità cembrana” comune. Per quanto riguarda l’idea di “costume”, dopo la consapevolezza acquisita nel ‘700, vari furono gli influssi esterni e il conseguente abbandono del vestiario tipico, specialmente nella media e bassa valle, più soggetta, per la vicinanza, alle mode e agli usi del fondovalle e della città di Trento. Nella prima metà dell’ottocento il “senso del costume” aveva ancora radicamento nell’alta valle, particolarmente nell’ambito soverino, grumesiano e graunese, distretti di difficile accesso e che, specialmente Sover e Grumes, avevano goduto per secoli particolari libertà, strenuamente difese insieme alla propria identità culturale. Grazie a tale mentalità “conservativa” l’idea di costume nell’alta valle permase sino forte emigrazione della metà del XIX secolo.

COSTUME MASCHILE

Per il recupero del costume storico maschile, di fondamentale importanza sono stati tre documenti rinvenuti in archivi privati, il primo risalente al 1826, il secondo al 1832 ed il terzo al 1846, i quali descrivono con puntualità il costume della festa maschile.
    • GIACCA
chiamata nei documenti “gabanota” ossìa una giacca corta con taglio in vita. Di panno di colore verde scuro.
    • CAMICIA
di lino e con colletto a fascetta.
    • GILE'
di colore turchese sul davanti e nero sul dietro.
    • PANTALONI CORTI
chiamati nel documento del 1826 “colette”, che scendono fin sotto il ginocchi. Di colore nero come risulta dal documento del 1832.
    • CAPPELLO
di colore nero con nastro verde.

COSTUME FEMMINILE

La ricostruzione del costume storico festivo femminile è avvenuta tramite l’esame di una valida fonte documentaria, ossìa le carte di dota, nonché sul ritrovamento di una “quitanza” del 1832.
    • GONNA
di poco superiore alle caviglie, di colore nero.
    • CORPETTO
attillato senza maniche, aperto sul davanti e fermato da lacci turchesi passanti per occhielli e ganci. Il colore è nero con decori ricamati.
    • GREMBIULE
colore di fondo “turchese” con decori
    • CAMICIA
in lino, a leggero sbuffo nelle maniche, senza ricami o particolari decori.
    • FAZZOLETTO DA SPALLE
quadrato e doppiato per renderlo triangolare, di colore turchese. FERMACAPELLI chiamato “uchio”, lo si metteva fra l’acconciatura dei capelli
    • COLLANA
di piccole granate a stretto girocollo.
    • MANTELLA
la mantella era a campana, di tessuto pesante.

Denominazione Gruppo
Gruppo Costumi Storici Cembrani - Coro "La Valle"

Presidente
Bazzanella Ottavio

Indirizzo della Sede
Stradon di Piscine 11 - 38048 SOVER (TN)

Contatti
3339856590
info@corolavalle.com

Sito web
www.corolavalle.com