Edizione 2017

Un anno di crescita il 2017 per “Etnofolk”. Con la sua quarta edizione il progetto che mette in relazione il folklore con l’etnografia, e in particolare i gruppi folkloristici trentini con la rete capillare dei musei rurali del territorio, ha visto ampliata la sua diffusione territoriale: se infatti negli anni precedenti le sedi e i gruppi coinvolti erano due, quest’anno la disponibilità è stata data da ben quattro realtà museali.

La Rete museale dell’etnografia del Trentino, che esse rappresentano, è la somma degli interessi e delle attività di quanti nel Trentino si interessano di tradizioni popolari e di cultura del territorio. E’ formata da musei e collezioni etnografiche del territorio, macchine ad acqua che sono state ripristinate e prendono vita a fini dimostrativi, monumenti silvo-pastorali come malghe e caseifici turnari, abitazioni rurali nelle diverse tipologie di valle, attività artigianali che vengono valorizzate nelle loro caratteristiche. Il mondo del folklore, rappresentato dall’Associazione provinciale, ha degli scopi molto simili, anzi, si può dire che il folklore sia nato dall’etnografia, intesa come vivere quotidiano d’un tempo legato al lavoro e all’ambiente.

Il primo appuntamento di “Etnofolk” è stato domenica 18 giugno a Strombiano, in Val di Peio, ospiti dell’Ecomuseo Val di Peio, con l’esibizione del Gruppo Costumi Storici Cembrani  - Coro La Valle, che ha eseguito canti popolari trentini e della vallata dell’Avisio, apprezzati da un numeroso pubblico.

Domenica 9 luglio il Gruppo Folk “El Salvanel” di Cavalese ha raggiunto invece Fondo e la sede del locale Museo “Mulino Bertagnolli”, animando il pomeriggio con le danze tradizionali fiemmesi.

La vivacità dei balli del gruppo dei “Quater Sauti Rabiesi” è stata invece presente a Carano, in Val di Fiemme, grazie alla collaborazione con il Museo “Casa Begna” nella giornata di domenica 30 luglio.

Conclusione del progetto a Quartinago di Cimego, grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale e il Museo “Casa Marascalchi”: purtroppo il maltempo ha limitato in parte le curate coreografie e le musiche tradizionali presentate dal gruppo “Ledro Folk”, trovando comunque il vivace apprezzamento dei presenti.